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Queste settimane sono state interminabilmente impegnative! E, sebbene, la mia presenza non sia stata molto costante, eccomi qui! Sono tornata.

Finalmente ho scritto la lista della sfida alfabetica per il nuovo anno 2015! Speriamo di aver scelto bene! Eccola a voi…

A_ Austen J. – Ragione e sentimento [oppure Andreoli V. – Il Gesù di tutti]
B_ Bronte E. – Cime tempestose [oppure Basile – Il racconto dei racconti]
C_ Collins S. – Hunger Games
D_ Don Delillo – Underworld
E_ Ende M. – La storia infinita
F_ Follett K. – I pilastri della terra
G_ Guggenheim P. – Una vita per l’arte
H_ Hack M. – Vi racconto l’astronomia [oppure Hall T. – Alla ricerca del cimitero degli elefanti]
I_ Irving J. – Il mondo secondo Garp
J_ Jonasson J. – L’analfabeta che sapeva contare
K_ Khadra J. – Cosa sognavano i lupi? [oppure Kristoff A. – Trilogia della città di K]
L_ Lee H. – Il buio oltre la siepe
M_ Mann T. – La montagna incantata
N_ (passo) Nelson Mandela – Le mie fiabe africane
O_ Oz A. – Una storia d’amore e di tenebra
P_ Pascal J. – Dio. L’autobiografia [oppure Pennac D. – L’occhio del lupo]
Q_ Queneau R. – I fiori blu
R_ Rushdie S. – I figli della mezzanotte [oppure Richler M. – La versione di Barney]
S_ Schiavone A. – La libreria dell’armadillo
T_ Tolstoj L. – Anna Karenina
U_ Ung L. – Il lungo nastro rosso
V_ Vargas F. – Chi è morto alzi la mano
W_ Walker A. – Il colore viola
X_ Xingjian G. – La montagna dell’anima
Y_ Yoshikawa E. – Musashi
Z_ Zusak M. – Storia di una ladra di libri

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Una nuova sfida

Questa sarà un’impresa titanica… e avrò bisogno di quanti più consigli possibili. Fare una lista in ordine alfabetico per autore di libri da leggere a partire da Gennaio 2015. Devono esserci tutte le lettere dell’alfabeto, comprese quelle lettere un po’ strane, tipo la x…. Ma che autore c’è con la x?

L’idea non è mia, ovviamente, ma di un forum davvero bello, in cui mi sono iscritta da qualche giorno e che consiglio a tutti, ecco il link:

http://libri.forumcommunity.net/

Visto che Gennaio di avvicina, chiedo un aiutoooo a tutti!!!!

Ecco la famigerata lista di lettere dell’alfabeto… ancora vuota…

A:

B:

C:

D:

E:

F:

G:

H:

I:

J:

K:

L:

M:

N:

O:

P:

Q:

R:

S:

T:

U:

V:

W:

X:

Y:

Z:

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Lettura finita #003 | Chéri di Colette

4454 pagine ancora da leggere, 546 pagine lette, ancora molti giorni davanti. Per l’esattezza 355.

Pochi personaggi, una grande carica erotica, dietro un libro che non descrive mai apertamente una scena d’amore. Solo profumi e visioni.

Il profumo è forse il vero personaggio di questo libro.

Ammetto che sono stata tentata di chiuderlo dopo le prime 30 pagine, perché l’incipit è un po’ strano. La mia mente non riusciva ad adattarsi alla lettura. O forse è stato strano leggerlo subito dopo L’età dell’innocenza.

Per quale ragione?

Semplicemente perché il libro di Colette racconta esattamente la società opposta a quella di Edith Wharton, un mondo che la società “da bene” frequentava ma rifuggeva: il mondo delle accompagnatrici, che hanno fatto fortuna con l’arte dell’amore. C’è altro. Non si trattava solo di fare l’amore, ma di accudire l’uomo, di prendersene cura, anche nelle faccende più pratiche come il vestire o lo scegliere il giusto modo di parlare.

Non è solo una storia d’amore, no. E’ una spirale di sensazioni che quasi è possibile sentire sulla propria pelle: dalla passione, al dolore, alla compassione, alla stupidità delle chiacchere.

Un libro sull’amore, sul tempo che passa, sul dolore, dal quale serve qualche giorno per riprendersi. Un libro di donne che invecchiano e di uomini che si chiamano Chéri, ma soprattutto un libro mai banale di Donne con la D maiuscola.


Titolo:

Chéri

Autore:

Colette

Incipit:

<<Léa, regalami la tua collana di perle! Mi senti, Léa? Me la regali, la collana?>>

Nessuna risposta giunse dal gran letto di ferro battuto e ottone cesellato, che luccicava nell’ombra come un’armatura.

Trama:

Léa è una donna sulla cinquantina. Chéri un giovanotto di 25 anni. La loro relazione dura da sei anni, in un intenso profumo di cioccolata calda, sete pregiate e specchi eleganti. Léa è una accompagnatrice, potremmo dire oggi. Tra un amante e un successivo, non si è mai innamorata, e nemmeno sarebbe stato opportuno per una donna pratica e disillusa. Ma la giovinezza sta svanendo e già il collo mostra le prime profondità dell’età. Chéri ha una madre che anch’essa è stata “collega” e amica di Léa. Una donna stupida, troppo presa dalla chiacchere e dal tentativo di trovare una moglie per il figlio. Un giorno Chéri si sposa e il vuoto che lascia come potrà Léa colmarlo? E la nuova moglie cosa dirà della passata relazione?

Tre aspetti positivi:

Il profumo. La profondità dei sentimenti. La leggerezza, quasi canzonatoria della scrittura.

Tre aspetti negativi:

L’inizio antipatico. E’ corto. I personaggi non sono descritti più del necessario, spetta al lettore capire il senso dei personaggi, dopo qualche giorno dalla lettura.

Consigliato a:

Chi ha letto l’Età dell’innocenza di Edith Wharton. Chi ama le letture intense ma brevi. Chi ha voglia di leggere qualcosa di diverso.

Citazione:

Trent’anni di vita facile, gradevole, spesso amorosa, a volte rapace, le erano caduti dalle spalle lasciandola, a quasi cinquant’anni, giovane e come nuda. Si burlò di se stessa, non avvertì più il suo dolore e sorrise: <<Deve avermi dato di volta il cervello, poco fa. Non ho più nulla>>.

Per approfondire:

http://it.wikipedia.org/wiki/Colette

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Lettura finita #002 | L’età dell’innocenza di Edith Wharton

Cosa succederebbe se alla vigilia del vostro fidanzamento ufficiale arrivasse una lontana cugina della vostra promessa che, solo con la sua presenza e il suo spirito, vi rapisse il cuore? Annullereste il fidanzamento? Cerchereste di sposare la cugina? Tentereste di averla come amante?

E se, in aggiunta a questo, vi trovaste nell’Ottocento in una New York colma di pregiudizi e rituali e “buone maniere”?

Ecco che in questo contesto insolito ma quanto mai affascinante, si svolge il romanzo di Edith Wharton. Una lettura ricca di introspezione e indecisione, che ci porta ad analizzare una società complessa, dagli equilibri sottili e fragili, ma invasa di un grande senso di appartenenza e di rispetto verso la famiglia e le tradizioni.

Un libro che forse è molto lontano dalla società in cui viviamo, ma forse non così tanto. Sì certo, non c’era la televisione o una libertà incondizionata, ma gli animi degli uomini, i sentimenti come amore, lealtà, passione, non si sono poi così evoluti.

E comunque, siamo sicuri che la nostra società sia davvero libera?


Titolo:

L’età dell’innocenza

Autore:

Edith Wharton

Incipit:

Una sera di gennaio dei primi anni Settanta, Christine Nilson cantava nel Faust all’Accademy of Music di New York.

Sebbene si cominciasse già a parlare dell’edificazione, in remote metropolitane lontananze, “oltre la Quarantanovesima”, di un nuovo Teatro dell’Opera, che avrebbe gareggiato per dispendio e splendore con quelli delle grandi capitali europee, il mondo elegante era comunque soddisfatto di riunirsi ancora ogni inverno nei frusti palchi rosso e oro dell’affabile, vecchia Academy. I conservatori le erano affezionati perché essendo piccola e scomoda teneva a distanza la “gente nuova” che New York cominciava a paventare pur continuando a esserne attratta; i sentimentali le erano attaccati per le sue connotazioni storiche, e gli amanti della musica per la sua eccellente acustica, qualità sempre così problematica nelle sale costruite per l’ascolto della musica.

Trama:

Newland Archer è un uomo di ottima famiglia, avvocato in uno degli studi più conosciuti di New York, promesso sposo di una giovane ed eterea ragazza di nome May. La vita trascorre all’insegna della normale ritualità ottocentesca quando una sera all’Opera compare, in uno dei palchi della famiglia di May, la cugina Madame Olenska. In tutto il teatro le chiacchere corrono: Madame Olenska è fuggita dalla Russia, dove viveva col marito. Madame Olenska che non rispetta i dettami del decoro newyorkese. Madame Olenska che è però così affascinante con quei capelli neri e quello spirito sveglio, che non disdegna di denunciare apertamente i limiti della sua società. Inutile dire che Newland Archer ne rimane colpito: il suo acume e il suo vizio di pensare liberamento, contro l’usanza tipica di donne senza pensieri propri. Cosa succederà adesso? Newland si sposerà? Madame Olenska riuscirà a divorziare dal marito? Cadrà in disgrazia o riuscirà a risollevare le sue sorti? E May cosa dirà?

Tre aspetti positivi:

La qualità della scrittura. La profondità dell’analisi psicologica. La lettura mi ha catturata.

Tre aspetti negativi:

Certe volte è un po’ lento, verso la fine. Non sono sicura che la traduzione sia sempre ben fatta. L’introduzione di Dacia Maraini svela il finale.

Consigliato a:

Chi ama le storie ottocentesche, ricche di balli e rituali. Chi vuole scoprire il mondo della vecchia New York, ma anche a chi ama le descrizioni evocative di paesaggi, architetture e sentimenti.

Citazione:

<< Vedete, monsieur, vale sempre la pena di mantenere la propria libertà intellettuale, di non ridurre in schiavitù le proprie capacità di valutazione, la propria indipendenza critica. E’ per questo che ho abbandonato il giornalismo e accettato un lavoro tanto più noioso: precettore e segretario. Si sgobba di più, naturalmente, ma si mantiene la propria libertà morale, quel che in Francia chiamiamo il quant à soi. E quando si ascolta una buona conversazione, vi si può prendere parte senza compromettere nessun’altra opinione salvo la propria, oppure si può ascoltare e rispondere nell’intimo. Ah, una buona conversazione… nulla di meglio, no? L’aria delle idee è la sola che valga la pena di respirare. E così non ho mai rimpianto di aver rinunciato alla diplomazia o al giornalismo: due diverse forme della stessa rinuncia al proprio io.>>

Per approfondire la vita e le opere di Edith Wharton e per meglio comprendere le sue opere:

http://it.wikipedia.org/wiki/Edith_Wharton

http://www.edithwharton.org/edith-wharton/biography/

Citazione bibliografica:

WHARTON Edith, L’età dell’innocenza, RCS Libri Spa per il Corriere della Sera, 2008, Milano, collana I classici della letteratura – Grandi Autrici (a cura di Dacia Maraini).

Titolo originale: The Age of Innocence

ISSN: 1828 55224

Prezzo: 7,90 euro, disponibile in questa collana sul sito:

http://store.corriere.it/letteratura/grandi-autrici/7fKsEWcVzwUAAAFGdyIQp5Wq/ct

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Lettura finita #001 | Il libretto rosa di Finzioni

Girovagavo in Internet alla ricerca di blog di letteratura o lettura vari, interessanti. E sono tornata a guardare la pagina di Finzioni Magazine. Con grande stupore mi accorgo di non aver ancora letto il loro fenomenale Libretto Rosa.

Inutile dire che vi allego il link da cui il libro può essere scaricato in formato pdf (nonché in altri formati per tablet o computer).

http://www.finzionimagazine.it/finzioni/il-libretto-rosa-di-finzioni/discutere-il-librettorosa/

Avere una voce è fondamentale e la redazione di Finzioni ha dato voce al lettore, contro uno status quo editoriale in cui questa figura fondamentale è alla base di una piramide sempre più verticale.

E se questa piramide venisse ribaltata, ponendo il lettore al vertice?

Entro con piacere a fare parte della nuova Repubblica del Lettore e riporto con piacere il loro Nonalogo!


Titolo:

Il libretto rosa di Finzioni

Autore:

La redazione del Magazine Finzioni

Tre aspetti positivi:

Ben scritto. Dà voce ad un pensiero diffuso. E’ rosa.

Tre aspetti negativi:

Verso la fine ha un ritmo un  lento. Non amo gli elenchi puntati. E’ rosa.

Consigliato a:

Tutti i veri lettori, ma anche a editori, docenti e professionisti del mestiere, sperando che possa diffondere una rivoluzione di qualità.

Citazione:

I. Leggere è fico

II. I lettori hanno sempre ragione

III. Sono i libri ad aver bisogno di noi lettori

IV. La letteratura è fatta di discorsi sui libri

V. L’autore dura un attimo

VI. I critici sono noiosi

VII. La lettura è sempre un fatto sociale

VIII. Il mondo funziona come una storia che noi leggiamo

IX. IL FUTURO È NEGLI IMMAGINARI DEI LETTORI

 

 

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Da bambina mia madre mi obbligava a foderare ogni singolo libro. Una cosa inutile, pensavo. Poi ho capito, crescendo, che quel gesto mi aveva permesso di entrare in una certa confidenza con l’oggetto libro.

La sua consistenza, il suo odore, il suo colore e l’idea che di ogni libro bisogna averne cura. Non una cura fisica, beh certo anche quella, ma una cura intellettuale. Una sorta di rispetto per le parole che dentro ogni libro sono scritte e che diventano tue nell’atto della lettura. Un rispetto per il denaro speso nell’acquistarlo quel libro e nel farlo proprio. Un rispetto per se stessi che, in quanto lettori, abbiamo il diritto di non amarlo, di non finirlo, di tenerlo sugli scaffali per anni prima di capirlo davvero.

Non ho mai più foderato un libro. Ma ogni volta che ne prendo in mano uno il rito gestuale che metto in scena è rimasto immutato. Come quando, di fianco a mia madre, imitavo i suoi gesti rapidi e precisi, nell’atto di foderarlo.

Pubblicato il da Gaelle Olga Lager | Lascia un commento